I° Capitolo – Prima parte: “I primordi del genere fantascientifico”

Nonostante si dovranno attendere diversi anni perché si possa pergiungere ad una sua sistematizzazione, il genere fantascientifico fa i suoi primi passi agli inizi del ‘900.

Se, nel tempo, la tematica fantascientifica, di per sé accattivante e di grande appeal sul pubblico, verrà in realtà utilizzata per affrontare tematiche socio-politiche, culturali e ambientali di grande respiro, agli inizi il genere viene praticato in quanto laboratorio ideale per la sperimentazione tanto narrativa quanto linguistica della neonata arte filmica.

La nascita ufficiale del Cinema viene fatta risalire al 28 dicembre del 1895, data della prima proiezione pubblica a pagamento della storia della Settima Arte, e gli inventori del Cinematografo vengono considerati i fratelli Lumière; ma è con Georges Méliès che, secondo un accreditato gruppo di studiosi, si può cominciare a parlare di arte cinematografica.

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L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (1986) dei Fratelli Lumière

I fratelli Lumière consideravano il Cinematografo “un’invenzione destinata a morire”, ovvero un mezzo di registrazione dell’immagine in movimento che, nel tempo, sarebbe stato sostituito da un altro tecnologicamente più avanzato. I Lumière non avevano alcuna coscienza del fatto che il Cinematografo sarebbe diventato, decennio dopo decennio, un’arte, la Settima Arte.

La magia dei loro film consisteva “semplicemente” nella registrazione, e di conseguenza nella proiezione sul grande schermo, del movimento. Nonostante la loro maestria fotografica e la loro incredibile capacità di mise en scene, i due fratelli non erano mossi da alcuna velleità artistica.

Hanno inventato il Cinematografo, hanno fondato l’arte più popolare e apprezzata al mondo, hanno dato vita al genere documentaristico, ma l’hanno fatto “involontariamente”.

Georges Méliès, invece, lungi dall’agire in piena consapevolezza delle conseguenze artistiche che il suo operato creativo avrebbe portato con sé, si muove sicuramente in un campo differente da quello dei suoi connazionali.

Provenendo dal mondo dell’illusionismo, Méliès decide di utilizzare il Cinematografo per potenziare mymedic.es al meglio e al massimo i suoi trucchi teatrali.

E’ considerato uno dei primi grandi registi della storia del cinema nella misura in cui concepisce il Cinema nei termini dell’invenzione artistica (il cinema è considerato una forma


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Médical

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d’arte) e della capacità narrativa (il cinema viene utilizzato per raccontare delle storie).

Inventore “involontario” del genere, dobbiamo a lui i primi film fantascientifici Viaggio nella luna, del 1902, e Viaggio attraverso l’impossibile, del 1904.

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Viaggio nella Luna (1902) di Georges Méliès

Poco prima della loro realizzazione, sempre in maniera involontaria (aneddoto del carro “trasformatosi” in carro funebre), Méliès scopre il “montaggio”, ovvero la capacità di passare da una scena A ad una scena B. La scoperta gli permette di dar forma ad uno dei trucchi cinematografici che più d’ogni altro diede la possibilità al regista francese di raccontare sullo schermo la surrealtà delle storie fantastiche: l’arresto/sostituzione (veniva interrotta la ripresa, veniva cambiato qualche elemento all’interno della scena e poi riattivata la ripresa: in questo modo la luna di Viaggio nella luna prende vita; gli esploratori di Viaggio attraverso l’impossibile , capitati per caso in una cella frigorifera, vengono “scongelati” da calore di un falò).

viaggio impssibikeViaggio attraverso l’impossibile (1902) di Georges Méliès

L’arresto/sostituzione, la sovrimpressione (due pezzi differenti di pellicola, contenenti scene diverse, venivano sovrapposti e proiettati: in questo modo la navicella di Viaggio attraverso l’impossibile cade nel mare e si muove tra gli abissi), l’utilizzo di modellini: questi e molti altri i trucchi che permisero a Méliès di raccontare sul grande schermo le prime storie fantascientifiche e di fare del suo cinema il modello al quale, per decenni, avrebbero fatto riferimento tutti gli sperimentatori del genere.

Angela Brindisi

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