SUD E MAGIA FILM COLLETTIVO

Il progetto “CINECAMPUS – SUD E MAGIA” è una residenza cinematografica per la produzione di audiovisivi d’avanguardia sul tema della magia cerimoniale lucana (fatture, incantesimi, fascinazioni), già oggetto di studio dell’etnologo Ernesto De Martino e del regista Luigi Di Gianni. 
La prima residenza si è svolta nel luglio 2020 presso il CineParco Tilt di Pisticci (Mt) con la partecipazione di artisti/filmaker under 35 che, accompagnati da antropologi, registi ed esperti, hanno realizzato cinque lavori facente parte di un’opera collettiva.
Secondo la definizione di Bronislaw Malinowski, la magia è un «possesso primordiale dell’uomo», ne consegue che essa è presente, pur se in vari gradi e modi, in tutte le culture. Affascino, scongiuri ed altri atti legati al mondo magico includono preghiere e gestualità grazie a cui tali azioni acquistano potenza.
Ciascuno dei cinque capitoli del film collettivo è una rappresentazione personale del tema “Sud e Magia”, che i registi hanno esplorato con diversi linguaggi e forme, dal narrativo allo sperimentale. Tutti i cortometraggi però sono intimamente legati dall’esplorazione di un concetto comune: il rituale come mezzo di guarigione.
Il progetto è stato realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.

What is magic? According to Bronislaw Malinowski, it’s a “primordial human trait”. Consequently, albeit in some variations, magic can be found in every culture. Spells, incantations and other acts related to the magical world incorporate religious prayers and gestures, and they gain further power thanks to these religious elements. It’s precisely because of the intimate connection between the two spheres – magic and religion – that a Lucanian gains access to the magical environment. 
“South and Magic” has been a film residency, a journey through the residuals of magical ceremonials (evil eyes, spells, charms), object of study of the Italian ethnologist Ernesto De Martino and the great filmmaker Luigi Di Gianni. 
The collective, multi-genre film is composed of 5 shorts that were shot during a Film Residency in Basilicata, Italy. Each of them is the personal reinterpretation of the topic “South and Magic” that the filmmakers explored with different languages and forms, from narrative to experimental. Each of them is centred around the concept of rituals as means for healing.

DUE FERISCONO, TRE GUARISCONO
TWO TO HURT, THREE TO HEAL 
Italy | 2020 | 30′

Regia / Director: Beatrice Surano, Walter Molfese, Daniele De Stefano, Martina Lioi, Elisa Baccolo
Supporto scientifico / Scientific support: Ferdinando Mirizzi, Vita Santoro, Domenico Copertino, Moni Ovadia, Francesco Marano, Lorenza Messina
Cast: Cristina Argenzia Gallotta, Francesco Vitelli, Antonio Laviola, Martina Lioi, Ivana Coscia, Maria Castellaneta, Graziano Bellezza, Maria Cisterna, Ciro D’Amico, Carmine Pisapia, Luigi Vitelli, Daniela Castronuovo, Mario Petracca, Nadia Kibut, Rosalia Stellacci, Elisa Basile, Maria Iacovuzzi, Vita Pisciotta, Roberta Gioia, Sara della Pioggia, Martina Tubito, Arianna Barbalinardo, Marianna Barbalinardo, Federica Viggiani

 

TRAILER

 

CAPITOLO / CHAPTER 1
Trasformazione / Transformation: Viva a temp
di / by Beatrice Surano

SINOSSI / SYNOPSIS
In una Basilicata madre e matrigna, la natura si fonde con pozzi petroliferi in disuso, vuoti industriali carichi di amianto e strutture turistiche dismesse. Tre giovani lucani realizzano un cerimoniale per esorcizzare i luoghi dell’abbandono e per riprendere in mano il destino della propria terra.

In a wounded Basilicata, nature merges with disused oil wells, industrial voids full of asbestos, and abandoned tourist facilities. Three young Lucanians perform a ritual to exorcise the places of abandonment to take the destiny of their land back in their own hands.

Nota di regia / Director’s note: In Basilicata, alla bellezza pura dei luoghi e della cultura fa da contraltare un continuo senso di precarietà, di distruzione e di abbandono. E in particolare questo risulta evidente nel rapporto tra uomo e natura, uomo e territorio. Ho deciso di dar voce alla mia generazione coinvolgendo tre giovani lucani con uno stretto rapporto con la propria terra, un rapporto di amore e odio, cura e rabbia. Facendomi ispirare dai cerimoniali magici lucani e dai rituali del sud Italia ho deciso quindi di portare i protagonisti a intessere un nuovo dialogo con la propria terra, un processo di esorcizzazione dei luoghi per restituire un futuro alla terra lucana. Il rituale è pensato per andare oltre lo schermo e permettere ad ognuno di noi di vincere la crisi della presenza demartiniana e riprendere in mano il nostro futuro, futuro che non esiste senza una lotta concreta per la salvaguardia ambientale.

In Basilicata, the pure beauty of places and culture is counterbalanced by a continuous sense of precariousness, destruction and abandonment. And in particular this is evident in the relationship between man and nature, man and territory. I decided to give a voice to my generation by involving three young Lucanians with a close relationship with their land, a relationship of love and hate, care and anger. Getting inspired by the magical Lucanian ceremonials and the rituals of southern Italy, I therefore decided to bring the protagonists to weave a new dialogue with their land, a process of exorcising those places to restore a future to the Lucanian land. The ritual is thought to go beyond the screen and allow each of us to overcome the Demartinian “crisis of the presence” and take back our future. A future that does not exist without a concrete fight for environmental protection.

CAPITOLO / CHAPTER 2
Riscoperta /Rediscovery: U ‘nzuonn
di / by Walter Molfese

SINOSSI / SYNOPSIS
Spesso non ci rendiamo conto di condurre una vita frenetica nelle città in cui viviamo, dove il tempo è scandito da appuntamenti e scadenze. Quello che la magia lucana ci insegna è che tutto può essere osservato da altre angolature, diverse dall’ordinario, ma non per questo peggiori. 

We often don’t realize that we conduct a frenetic life in the cities we live in, where time is marked by appointments and deadlines. What Lucanian Magic teaches us is that everything can be observed from other angles, different from the ordinary, but by no means worse.

Nota di regia / Director’s note: Il corto racconta di una ragazza, Laura, che vive in città e che intraprende un viaggio zaino in spalla verso la Basilicata, alla ricerca di valori autentici. Arrivata in un piccolo borgo lucano, Laura incontra un’anziana signora che le farà fare un viaggio magico all’interno del deserto dei Calanchi, un luogo suggestivo in cui incontrerà uno strano personaggio metà toro e metà uomo: la maschera del Carnevale di Tricarico, che danza davanti ad un gigantesco falò. La ragazza incredula, spaventata dal ritmo ossessivo della danza dello strano personaggio, sviene e si ritrova nel punto dove tutto è cominciato: la casa dell’anziana signora. La signora a questo punto tranquillizza la ragazza spiegandole che l’uomo toro del Carnevale di Tricarico aveva completato il rito dell’affascino e le dice di cominciare a vivere una vita felice, meno stressante, e più colma di piccole cose.

The short is about a girl, Laura, who lives in the city and who embarks on a backpacking trip to Basilicata, in search of authentic values. Once she arrives in a small Lucanian village Laura meets an elderly lady who will take her on a magical journey inside the Calanchi desert: a suggestive place where Laura will meet a strange character half bull and half man, the mask of the Carnival of Tricarico, dancing in front of a giant bonfire. The incredulous girl, frightened by the obsessive rhythm of the strange character’s dance, faints and finds herself at the point where it all began: the old lady’s house. At this point the lady reassures the girl by explaining that the bull man of the Carnival of Tricarico had completed the rite of fascination and tells her to start living a happy life, less stressful, and more full of small things.

CAPITOLO / CHAPTER 3
Rinascita /Rebirth: Bardo
di / by Daniele De Stefano

SINOSSI / SYNOPSIS
Un uomo sul letto di morte compie un viaggio tra il passato, il presente e il futuro della sua terra. In quei momenti diventa chiaro e limpido ciò che ha visto e conosciuto in vita. 

A man on his deathbed travels between the past, present and future of his land. In those moments what he lived and knew during his life becomes clear and limpid.

Nota di regia / Director’s note: Il corto “Resurrezione – Bardo”riprende lo stile surreale del regista Luigi Di Gianni, che operò in Basilicata e Campania, e lo mescola con l’analisi materialista e antropologica di Ernesto De Martino. Il corto mostra come alcuni retaggi della cultura magica del Sud Italia  (per combattere la cosiddetta crisi della presenza), abbiano oggi una nuova declinazione, in cui i riti antichi e religiosi si mescolano con consuetudini moderne e contemporanee. “Bardo” prova a interpretare come gli antichi riti contadini di prosperità e fertilità, di conforto contro la crisi della presenza dell’uomo di fronte alle situazioni avverse e incontrollabili della vita, oggi hanno una nuova declinazione. Il film avvalora l’ipotesi che esista una trasformazione dei riti magici e religiosi in epoca moderna e viene rappresentata attraverso l’occhio onnisciente del protagonista che si trova ad attraversare la fase che è emblema di tutte le paure ancestrali dell’uomo: la propria morte.

The short “Resurrection – Bardo” takes up the surreal style of director Luigi Di Gianni who worked in Basilicata and Campania and mixes it with the materialistic and anthropological analysis of Ernesto De Martino. The short shows how some legacies of the magical culture of Southern Italy (to overcome the so-called crisis of presence), today have a new declination, in which ancient and religious rites mix with modern and contemporary customs. “Bardo” tries to interpret how the ancient peasant rites of prosperity and fertility, of comfort against the crisis of the presence of man in the face of adverse and uncontrollable situations of life, have a new declination today. The film supports the hypothesis that there is a transformation of magical and religious rites in the modern era and is represented through the omniscient eye of the protagonist who is going through the phase that is the emblem of all the ancestral fears of man: his own death.

CAPITOLO / CHAPTER 4
Connessione /Connecting: Samadhi
di / by Martina Lioi

SINOSSI / SYNOPSIS
Due donne rappresentano simbolicamente l’Occidente e l’Oriente, la magia lucana e lo yoga. Entrambe le donne ed entrambe le pratiche, seppur apparentemente diverse, hanno come obiettivo ultimo la liberazione dell’anima dal peso della precarietà dell’esistenza umana.

Two women symbolically represent East and West, Yoga and Lucanian Magic. Their practices, albeit different, share the same objective: the liberation of the soul from the weight of the precarious human existence.

Nota di regia / Director’s note: Può essere lo yoga la matrice dei rituali magici? La parola “Samadhi” deriva dal sanscrito e significa “unione”: l’unione tra l’anima individuale e quella universale, tra il micro e il macro Cosmo. Con questo termine l’opera vuole sottolineare anche l’intimo e millenario legame che esiste tra l’Oriente e l’Occidente partendo dalla base che le pratiche magiche hanno un’origine comune: la ricerca di una spiritualità e di una connessione con la natura al fine di liberare l’essere umano dalle insidie che “l’ordine” sociale infligge alla nostra percezione. Sia la prima che la seconda parte dell’opera, attraverso gestualità e rituali sacri, hanno in comune la liberazione dell’anima dai pesi esistenziali. Samadhi è l’unione tra l’essere umano e la Natura; un invito a ritrovare il contatto con la Madre Terra e con l’energia del vento che, come il soffio vitale, ossigena il cuore del mondo.

Can Yoga be the matrix of magical rituals? The word “Samadhi” means “union” in Sanskritic: the union between the individual and universal soul, between micro and macro Cosmos. With this term, the project intends to highlight the intimate and thousand-year old bond between East and West, suggesting that magical rituals originate from the search for spirituality and connection with nature to free the human being from the tricks that social infrastructures impose on our perception. Both the first and the second part of the short film show the emancipation of the soul from existential burdens through gestures and sacred rituals. Samadhi is the union between human beings and Nature: an invitation to rediscover the connection with Mother Earth and the energy of the wind that, as vital breath, oxygenates the heart of the world.

CAPITOLO / CHAPTER 5
Guarigione / Healing: Affascin
di / by Elisa Baccolo

SINOSSI / SYNOPSIS
Mentre la luce del tramonto investe i calanchi, tre sagome femminili si dirigono verso un casolare disabitato. In un connubio di sussurri e gesti, le tre donne imbastiscono un rito contro l’annientamento della presenza più radicale: la fine di tutte le cose. 

As the light of dusk lights up the ravins, three silhouettes head towards an empty farmhouse. In a combination of whisperings and gestures, the three women perform a ritual against the end of all things.

Nota di regia / Director’s note: “L’anima andrebbe facilmente perduta se non fosse possibile risalire la china che si inabissa nell’annientamento della presenza” (Ernesto De Martino, Il mondo magico, 1948). Traendo ispirazione dalla concezione del pensiero magico come sforzo che l’uomo mette in atto per espiare una “crisi della presenza”, così come dalla gestualità stereotipata e dall’oggettistica rituale della magia lucana, il cortometraggio reinterpreta ed innalza l’atto magico a linguaggio universale e forma di esorcismo collettivo nei confronti della mortalità. Al fine di estraniare la prassi magica da un contesto specifico, la rappresentazione del rito è sospesa nel tempo, e la forma della narrazione si presenta come ibrido tra film di fiction, documentario e videoarte. Gli oggetti rituali, così come la danza delle giovani donne acquistano un ruolo di rilievo, in quanto medium espiatori e primigeni dell’insormontabile mortalità dell’uomo.

“The soul would be easily lost if we could not climb back the slope that sinks into annihilation” (Ernesto De Martino, Il mondo magico, 1948). Drawing inspiration from this conception of the nature of magical beliefs, i.e. efforts that humans undertake to respond to the “crisis of presence”, as well as from the stereotypical gestures and ritual objects of the lucanian magic, the short film reinterprets magic performances as forms of collective exorcism against mortality. The representation of the ritual is suspended in time, and the form of narration is a hybrid between documentary, fiction and video art. The ritual objects, as well as the dance movements of the young women, play an important role, as expiatory and primordial mediums of the insurmountable human mortality.

CREDITS
Prodotto da / Producer:
Rocco Calandriello Claudia D’Anna
Supervisione lavori / Supervisor: Vincenzo D’Onofrio
Supporto progetto / Support Team: Rocco Calandriello, Claudia D’Anna, Luciana Vitelli
Supporto scientifico / Scientific support: Ferdinando Mirizzi, Vita Santoro, Domenico Copertino, Moni Ovadia, Francesco Marano, Lorenza Messina
Aiuto regia /  Assistant director: Giuseppe Marco Albano, Vincenzo D’Onofrio
Scenografia / Scenographer: Flavio Russo, Cosimo Viggiani 
Aiuto scenografia / Scenographer Assistant: Paolo Nicoletti
Cast: Cristina Argenzia Gallotta, Francesco Vitelli, Antonio Laviola, Martina Lioi, Ivana Coscia, Maria Castellaneta, Graziano Bellezza, Maria Cisterna, Ciro D’Amico, Carmine Pisapia, Luigi Vitelli, Daniela Castronuovo, Mario Petracca, Nadia Kibut, Rosalia Stellacci, Elisa Basile, Maria Iacovuzzi, Vita Pisciotta, Roberta Gioia, Sara della Pioggia, Martina Tubito, Arianna Barbalinardo, Marianna Barbalinardo, Federica Viggiani
Operatori / Camera: Beatrice Surano, Daniele De Stefano, Walter Molfese, Daniele Viggiani, Gabriel Lufrano
Sound design: Beatrice Surano, Simone Castellan, Gabriele Manniello, Christian Quadri
Music: Interprete lamento funebre / Interpreter: Rossella Bifulco; testo / text: Vincenzo D’Onofrio; tratto da / taken from: “La tarantella pu fuoc’n gul”; suonato da / instrumentalist: Antonio Barbalinardo (cupa cupa e voice), Nicola Cisterna (tambourine), Piero Cisterna (guitar e voice), Francesco Di Marsico (accordion), Stefania Stasi (tambourine e voice). Marco Crivellaro, Mantra di Dany Sa, “Tristis est anima mea” interpretata / Interpreter: Maria Iacovuzzi

Durata / Duration: 30 min.
Risoluzione / Specification: FHD / Color

BIOGRAFIA DEI REGISTI / BIOGRAPHY OF DIRECTORS 

Beatrice Surano (1989). Di formazione sociologa e di vocazione ambientalista, lavora come videomaker per la comunicazione sociale e per la cultura, collaborando con molte agenzie, ONG e associazioni a livello italiano e internazionale (WWF, Latte Creative, Emergency, Refugees Welcome, Oxfam, Castello di Rivoli, Fondazione Agnelli per citarne alcune). La sua grande passione per il campo dell’audio e della musica la porta anche a cimentarsi in diversi progetti personali dove sperimenta con il sonoro in un intreccio tra documentario, video arte e sound design.

Beatrice Surano was born in Turin in 1989. She studied Intercultural Communication and Sociology and grew up as an activist and environmentalist. Today she works as a videomaker for social communication and culture, collaborating with many agencies, NGOs and associations, both Italian and international (WWF, IOM, Emergency, Refugees Welcome, Oxfam, Castello di Rivoli, Agnelli Foundation to name a few). Her great passion for the field of audio and music also leads her to experiment with sound in her personal video projects, interweaving documentary, video art and sound design.

Walter Molfese (1989), ha trascorso la maggior parte della sua vita nel voler essere un ingegnere. Dopo molti anni ha deciso di dedicare il suo tempo alla creazione di contenuti che abbiano un impatto emotivo sulle persone. Oggi è un filmmaker e storyteller orgogliosamente lucano. Nato in Basilicata, vive e lavora a Forlì, in Emilia-Romagna, dove collabora con diverse agenzie alla creazione di spot e documentari. L’autore dichiara Credo nella sinergia e nei bei progetti, perché le belle idee non hanno bisogno di budget per nascere”. Nel 2013 ha fondato il progetto “Italia Senza Tempo”, che vuole raccontare attraverso tecniche cinematografiche innovative i parchi e le riserve naturali italiane. Dal 2016 lavora al “Deposito Zero Studios” dove è tra i fondatori di “Livezero”, un progetto musicale che vuole mettere in evidenza i giovani talenti italiani in un setup esteticamente minimale.

Walter Molfese born in 1989, he has spent most of his life wanting to be an engineer. After many years he has decided to devote his time to creating content that has an emotional impact on people. Today he is a proudly Lucan filmmaker and storyteller. He was born in Basilicata but lives and works in Forlì, Emilia-Romagna, where he collaborates with various agencies in the creation of commercials and documentaries. He believes in synergy and in beautiful projects, because beautiful ideas do not need a budget to be born. In 2013 he founded the Italia Senza Tempo project, which aims to tell the Italian parks and nature reserves through innovative film techniques. Since 2016 he has been working at the Deposito Zero Studios where he is one of the founders of Livezero, a musical project that wants to highlight young Italian talents in an aesthetically minimal setup.

Daniele De Stefano (1984), ha completato i suoi studi in Sociologia presso il Dipartimento di Scienze Sociali di Napoli con una laurea Magistrale in Politiche sociali e territoriali. È facilitatore nei processi bottom-up di rigenerazione urbana con esperienza decennale di attivismo nei movimenti sociali urbani e nell’antropologia urbana. Autore di numerosi documentari, dal 2008 al 2018 ha lavorato con cooperative sociali e organizzazioni no profit nel campo della migrazione e formazione. Ha collaborato per diversi anni con l’emittente televisiva “Insu^TV” con la quale ha creato documentari, reportage e indagini video nell’area di Napoli e in Africa orientale. Nel 2016 ha co-fondato Recollocal (piattaforma di rigenerazione urbana dal basso) e il progetto pluriennale “Transluoghi” (residenza di formazione artistica nelle aree interne del Cilento). Dal 2016 lavora come Dop Freelance in progetti visivi come regista, montatore, operatore cinematografico. Nel 2017 ha studiato Direzione della fotografia a Napoli presso l’ASCI Cinema di Napoli. Nel 2019 ha curato la promozione di alcuni progetti per Matera 2019 Capitale della cultura. Dal 2020 è socio della Società di Produzione “Lunia Film” di cui si occupa di aspetti produttivi e di Direzione della Fotografia.

Daniele De Stefano he completed his studies in Sociology at the Department of Social Sciences of Naples with a Master’s Degree in Social and Territorial Policies. He is a facilitator in the bottom-up processes of urban regeneration with decades of experience in activism in urban social movements and in urban anthropology. Author of numerous documentaries, from 2008 to 2018 he worked with social cooperatives and non-profit organizations in the field of migration and training. He has collaborated for several years with the television broadcaster “Insu ^ TV” with which he has created documentaries, reportages and video investigations in the Naples area and in East Africa. In 2016 he co-founded Recollocal (community urban regeneration platform) and the multi-year project “Transluoghi” (artistic training residence in the internal areas of Cilento). Since 2016 he has been working as a Dop Freelance in visual projects as a director, editor, cinematographer. In 2017 he studied Direction of Photography in Naples at the ASCI Cinema in Naples. In 2019 he oversaw the promotion of some projects for Matera 2019 Capital of Culture. Since 2020 he has been a partner of the Production Company “Lunia Film” which deals with production aspects and Direction of Photography.

Martina Lioi (1994), studia Cinema, Televisione e nuovi Media presso il DAMS all’Università degli Studi di Roma tre, dove si laurea con una tesi sperimentale sul rapporto tra le neuroscienze e le emozioni applicate al cinema di Wes Anderson. Figlia d’arte, cresciuta tra palcoscenici e personalità artistiche, già da molto piccola si cimenta nell’arte della danza, del teatro e della fotografia. Durante il suo percorso romano segue diversi corsi di fotografia e fotografia nel cinema nonché diversi anni di gavetta nel settore della Regia e della Scenografia. Nel 2017 partecipa come Aiuto Scenografia e Organizzatrice di Produzione al lungometraggio di Sara Summa “Gli Ultimi ad Averli Visti Vivere”, presentato alla 69esima edizione della Berlinale. Nel 2019 vince un bando della Lucana film Commission con il progetto documentario “Amore Migrante”, nello stesso anno partecipa alla sua prima residenza artistica HOME con il progetto “Eva”. Nel 2020 partecipa alla residenza cinematografica “Cinecampus Sud e Magia”. Decide, in ultimo, di specializzarsi nel documentario Antropologico e lavorare come videomaker freelance rimanendo fedele ai suoi ideali di cinema indipendente.

Martina Lioi born in 1994, she studied Cinema, Television and New Media at DAMS (University of Roma tre) where she graduated with an experimental thesis on the relation between Neurosciences and emotions in Wes Anderson films. Daughter of art, raised among theater stages and artistic personalities, she engaged in dance, theater and photography from a young age. While in Rome, she undertook Photography and Cinematography classes, as well as apprenticeships in Direction and Scenography. She joined as assistant scenographer and Executive Producer in Sara Summa’s The Last to see Them, presented at 69th Berlinale. In 2019 she won the call for application of Lucana Film Commission with the documentary project Amore Migrante, and in the same year she took part in her first Film Residency, HOME, with the EVA project. In 2020 she was selected for Cinecampus South and Magic. She decided to specialize in Anthropological Documentary and work as a freelance video maker, staying true to her ideals of independent filmmaking. 

Elisa Baccolo (1991), studia Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano, dove si laurea nel luglio 2013. Qui scopre le Neuroscienze Cognitive, ambito in cui si specializza studiando all’Università degli Studi di Trento e alla Royal Holloway University of London, dove inizia a cimentarsi in ritratti e fotografia di strada sotto la supervisione della Photography Society dell’università. Nel 2016 inizia un dottorato di ricerca nell’ambito delle neuroscienze cognitive dello sviluppo presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, e in contemporanea si diploma al corso serale di Documentario della Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano, realizzando il suo primo cortometraggio documentario, “Senza Negazione”, presentato a diversi festival di cinema. Nel corso del 2020 abbandona la vita accademica per partecipare a diverse residenze (Lucania Film Festival: Bando “Cinecampus Sud e Magia”; Werner Herzog in the Columbian Jungle; Laguna Sud) e lavorare come filmmaker freelance, realizzando documentari, video per il teatro e per la cooperazione sociale.

Elisa Baccolo born in 1991, Elisa studied Philosophy at the State University of Milan, where she graduated in 2013. Here she discovered the field of Cognitive Neuroscience, in which she specialized studying at the State University of Trento and at Royal Holloway University of London, where she experimented with portraits and street photography under the supervision of the Photography Society. In 2016 she undertook a PhD in Developmental Cognitive Neuroscience at the University of Milan-Bicocca, while pursuing a degree in Documentary Filmmaking at Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti, realizing her first short documentary, No Negation, presented at various film festivals. During 2020 she abandoned Academia to join various film residencies (Lucania Film Festival: South and Magic; Werner Herzog in the Columbian Jungle; Laguna Sud) and work as a freelance filmmaker, shooting documentaries, videos for theatre and social cooperation.